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Foto di Fabio Fant


Il “treno” attende ancora lo start per partire. Ti giri intorno, gli amici, la foto di gruppo, tanta gente, i bambini entusiasti, la voce dello speaker, la musica, la banda musicale, pensi che alla fine ne è valsa veramente la pena di puntare la sveglia alle 05.30 per non mancare all’appuntamento e che non sei affatto un “fesso” per aver messo la macchina in moto al buio, quando tanti sono appena rientrati e molti sono ancora nel comodo letto, al caldo!

A quel punto il sole, quello napoletano, che si è fatto spazio con i propri raggi per incitarti ad indossare il completino da runner di colore arancio, gradualmente si ritira dietro alle minacciose nuvole nere.
Ma oramai non vi è più tempo per ragionare, si parte ed il cuore e la passione prendono il sopravvento sulla ordinaria razionalità. L’emozione sale, pochi metri e si passa già lungo la galleria di Fuorigrotta, nei pressi della Tomba dell’incuriosito Virgilio, e dopo, raggiunto il meraviglioso mare, oltre alla pioggia si incontra anche una inaspettata grandine. La grandine che, insieme all’unico fulmine, accompagnato da un deciso tuono, lo capirai dopo, è solo un componente scenografico chiamato a rendere ancora più particolare la stupenda coreografia montata sul “palcoscenico” napoletano, con l’imponente Vesuvio che custodisce la poco temuta lava, la deliziosa Costiera sorrentina, le magiche isole, speculari alla Riviera ed alla collina della “Napoli bene”, “Castel dell’Ovo”, Castel Sant’Elmo, il Maschio Angioino, il Duomo, le vie storiche, la Chiesa di san Francesco ed ancora tanto mare.
Ad un certo punto ti senti decisamente più scarico, ma anche più determinato a portare a termine quella che, come era prevedibile, si sta dimostrando una stupenda esperienza di vita. Allora pensi che il “giro di boa” è alle spalle e che superare il ventunesimo chilometro è il tuo obiettivo, la tua vera vittoria, prima di ritrovarti con la medaglia da stringere forte in mano e, dopo, sotto una magica doccia calda. Ma la medaglia e la doccia non sono ancora davanti a te, mentre la stanchezza la senti sempre più vicina, ed allora smetti di pensare per non affaticarti; o meglio pensi solo al modo in cui devi liberarti di tutti quei pensieri superflui che, come ogni giorno, sono solo un impiccio per la tua mente, la opprimono, la limitano, la deviano verso sentieri inutili, rendendoti talvolta per niente realista. Ma mentre pensi al modo in cui non pensare inutilmente, ti accorgi che vi sono persone che stanno pensando a te, si sono prodigate per consegnarti il pettorale; altre sono lì, ferme, al freddo, e non si possono riscaldare correndo, come stai facendo tu, perché spettatori che ti devono incitare o volontari che si devono sincronizzare con il tuo ritmo per passarti la preziosa bottiglietta d’acqua; altre, invece, mentre avanzano con le loro scarpette zuppe si stanno preoccupando di “tirarti dietro”, di fare battute, di raccontare aneddoti, di sdrammatizzare, di dare consigli, di incoraggiare, per rendere piacevole il magico transito nella dimensione della procurata “sofferenza”.
Allora ti lasci andare e fai altrettanto e scopri che ti ritrovi immerso in un immenso e magico mondo agonistico dove l’altruismo predomina su tutto il resto, anche sui personali. Quindi capisci che tu sei una forza per gli altri, come gli altri sono una preziosa risorsa per te, e tutti vi lasciate veicolare da una magica “lava” invisibile che arde sotto la vostra pelle e che, partendo dai vostri cuori, vi prende per mano, uno alla volta, senza dimenticare qualcuno, per travolgervi e condurvi verso il meraviglioso traguardo dell’amore per la Vita.
Rocco Persico

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L’amore per la Vita

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